giovedì, febbraio 07, 2008

Intervista a Massimo Pettiti - Il futuro della televisione

Massimo Pettiti, Innovation Director presso 3 Italia, racconta il passaggio da una televisione centrata sul televisore ad una basata su Internet e sul telefono cellulare



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Massimo Pettiti,
Innovation Director presso 3 Italia (Vedi il profilo di Massimo Pettiti su LinkedIn) è il coautore di "Oltre la Televisione: Dal DVB-H al Web 2.0", volume pubblicato dalle Edizioni Led, e disponibile in tre formati: tradizionale cartaceo, PDF scaricabile gratuitamente e Wiki, editabile dai lettori.

http://www.oltrelatelevisione.com (sito del volume con accesso alla versione gratuita in PDF)
http://televisione20.pbwiki.com (wiki del volume, modificabile dai lettori)

Con Massimo, durante un suo intervento al corso di "Psicologia e Nuove Tecnologie della Comunicazione" della Cattolica di Milano, abbiamo discusso del futuro della televisione. Qui sotto presentiamo i punti più interessanti della discussione.




Perché un nuovo libro sulla televisione?
La risposta più ovvia è legata all’importanza che la televisione ha sui processi sociali, personali ed economici. Tuttavia, comprendere l’impatto che la televisione ha è potrà avere non è un compito facile. E’, infatti, necessario fare riferimento a teorie e processi, che spaziano dall’economia al marketing, dalla sociologia alla psicologia, dalla comunicazione ai processi sociali.
Per questo motivo, gli ambiti di riferimento degli autori sono molto diversi tra loro. Dalla loro interazione è nato il volume "
Oltre la Televisione: Dal DVB-H al Web 2.0", che analizza il mondo della televisione da un punto di vista integrato e multidisciplinare:
*
i media non sono solo tecnologie ma strumenti in grado di aumentare le opportunità degli utenti, gli utenti sono anche persone con proprie competenze ed obiettivi;
* i gruppi sociali non sono solo il target di campagne pubblicitarie ma il contesto in cui i media operano e si diffondono.

Qual è il principale messaggio del volume?
Il punto di partenza dell’analisi del volume è la consapevolezza che la televisione sta cambiando: da una televisione centrata sul televisore ad una fuori di esso. L’evoluzione di Internet e della telefonia mobile hanno infatti realizzato un sistema di comunicazione allargato, in cui convergono i diversi messaggi indipendentemente dal tipo di tecnologia utilizzata. Il risultato finale è una nuova rivoluzione all’interno del mondo dei media: la completa separazione tra tecnologia e contenuti.

Quali sono le opportunità e i cambiamenti prodotti da questo nuovo scenario?
Per rispondere a questa domanda bisogna partire dall’analisi dei due nuovi protagonisti del mondo dei media: il telefono cellulare con il formato DVB-H e Internet con il Web 2.0. In particolare dalla loro interazione con il televisore è possibile identificare due trend differenti ma convergenti.
Da una parte abbiamo la trasformazione della televisione da “mass-medium” a “personal medium” grazie al progressivo allentamento dei vincoli sul palinsesto e modalità di fruizione. Dall’altra abbiamo la trasformazione della televisione da monodirezionale a bidirezionale grazie alla progressiva riduzione delle barriere tecnologiche legate al processo di produzione e distribuzione dei contenuti.

Ma come sarà allora la nuova televisione?
Il risultato finale di questa trasformazione sarà un’esperienza televisiva molto più diffusa e personalizzata rispetto a quella offerta dalla TV tradizionale – una televisione con e senza televisore - con importanti implicazioni per gli spettatori, i produttori di contenuti e i pubblicitari. Gli spettatori potranno ricevere i contenuti in qualsiasi momento, ovunque e selezionando ciò che ritengono più importante e maggiormente affine ai propri gusti. I produttori di contenuti e i pubblicitari avranno invece la possibilità di definire offerte più mirate alle caratteristiche dei propri utenti.

Ma davvero avremo una nuova televisione? Si parla sempre di nuove televisioni – on demand, digitale terrestre, - ma la televisione rimane sempre la stessa…
La vittoria della nuova televisione – mobile, interattiva e condivisa – su quella tradizionale può essere predetta anche in base alle opportunità che il nuovo scenario offre a tutti i soggetti coinvolti. Infatti, le persone cambiano davvero solo se costrette o in presenza di opportunità significative.
Come discutiamo nel volume, la fruizione televisiva tradizionale risponde solo ai bisogni di base dell’utente: quelli di sicurezza e di appartenenza. La nuova televisione - mediante la trasformazione dello spettatore in “commentautore” e “spettautore” - risponde invece a quelli più elevati: di appartenenza, autostima e autorealizzazione.
La nuova televisione non si limita ad offre interessanti opportunità solo al mondo degli utenti. Attraverso la nuova televisione i pubblicitari saranno in grado di veicolare i propri messaggi sulla base di livelli di segmentazione impensabili con la TV tradizionale e con un ritorno probabilmente superiore: se io offro un prodotto che corrisponde ai bisogni dell’utente non ho bisogno di usare la persuasione per convincerlo ad acquistarlo. Allo stesso tempo, i creatori di contenuti avranno a disposizione strumenti nuovi di creazione e di condivisione delle loro opere.

Quanto ci vorrà per vedere davvero la nuova televisione?
Il processo non sarà ne automatico, ne indolore. La recente ricerca (giugno 2007) realizzata dall’Osservatorio Permanente sui Contenuti Digitali, su un campione rappresentativo della popolazione italiana di 8.500 soggetti, sottolinea come oggi il 52% degli italiani non usi ancora Internet. E solo il 14% della popolazione (i cosiddetti Eclettici) abbina un uso consapevole, interattivo ed evoluto delle tecnologie con un’elevata propensione al consumo di contenuti culturali. Dati simili si trovano anche nel più avanzato contesto americano: Horrigan (2007) ha mostrato nella sua ricerca relativa all’impatto del Web 2.0 sulla popolazione americana come solo l’8% degli americani sia davvero “spettautore” o “commentautore”. Non solo, il 43% degli americani non è disposto ad abbandonare l’esperienza della televisione tradizionale anche se fosse possibile fruirne attraverso media alternativi. Questo porterà ad avere più televisioni: accanto a quella nel salotto avremo quella su cellulare e su internet.