martedì, dicembre 19, 2006

Web 2.0: L'utente del Web 2.0 è l'uomo dell'anno per la rivista TIME

Secondo la rivista TIME, l'uomo dell'anno è l'utente del Web 2.0, in grado di utilizzare servizi come YouTube, MySpace, del.icio.us, Second Life, blogging, podcasting ecc., per creare i propri contenuti testuali, audio e video


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ll Time, prestigioso settimanale Usa, come ogni anno ha scelto il personaggio dell'anno 2006 a cui dedicare la copertina del prossimo numero in edicola.

Se nel 2005 erano stati Bill Gates, sua moglie Melinda e il cantante rock Bono a ricevere il riconoscimento per l'iniziativa Good Samaritans quest'anno sulla copertina di Time non ci sarà nessun volto. Sulla copertina troviamo il monitor di un computer che riflette i volti dei lettori: il premio va infatti a tutti gli utenti Internet che grazie al Web 2.0 hanno potuto realizzare e condividere articoli, opinioni, video e blog.

La motivazione data da Lev Grossman sul TIME è la seguente:

“Per aver preso le redini dei media globali, per aver fondato e aver dato forma alla nuova democrazia digitale, per aver lavorato gratis e aver battuto i professionisti al loro stesso gioco, la Persona dell’Anno 2006 di Time siete voi”.

Grossman, continua affermando: "Si tratta dei molti che tolgono il potere ai pochi, dell'aiuto recipropco gratuito, di come ciò non solo cambierà il mondo, ma anche il modo in cui il mondo cambia".

"Lo strumento che rende ciò possibile è il World Wide Web", scrive ancora il giornalista. "E' uno strumento per mettere insieme i piccoli contributi di milioni di persone, per renderli importanti".

Ma che cos'è il Web 2.0?

Il concetto originale di Web 2.0 è stato sviluppato nel 2004 all'interno di una sessione di brainstorming tra Tim O'Reilly e i ricercatori di MediaLive International e viene utilizzato per indicare una nuova generazione di applicazioni/siti web (blog, video sharing, wiki, ecc.) che consentono anche all'utente non esperto di sperimentare nuove forme di comunicazione e di espressione.

Per saperne di più leggi questi due post o vedi le slide sotto:

- Web 2.0: la definizione

- Web 2.0: Sta davvero cambiando qualcosa?





lunedì, dicembre 04, 2006

Il mercato Italiano dei contenuti digitali: Dati Federcomin 2006

Il Rapporto "e-Content 2006. Secondo Rapporto sul Mercato dei Contenuti Digitali", realizzato da Federcomin con il Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie e in collaborazione con NetConsulting, presenta un quadro caratterizzato da luci - aumento dell'offerta ed espansione del mercato - e ombre - mancanza di regole e necessità di tutela dei minori.


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Federcomin ha presentato alla presenza del Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni e dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, il "Rapporto "e-Content 2006. Secondo Rapporto sul Mercato dei Contenuti Digitali", realizzato con il Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie e in collaborazione con NetConsulting. Ecco i principali dati:

I fattori di sviluppo del mercato e-Content

Il 2005 è stato un anno che ha segnato il decollo definitivo dell'e-Content, e creato solide basi per lo sviluppo di un'industria dei contenuti digitali che continua ad espandere i propri confini originari. Tra i fattori che costituiscono il presupposto indispensabile per uno sviluppo esponenziale del mondo dei contenuti digitali sono, fra l'altro, da citare:

· La convergenza tecnologica
· La distribuzione sulle varie piattaforme (internet, telefonia mobile di terza generazione, televisione digitale terrestre e satellitare)
· La pervasività crescente del settore dei media
· Il lancio definitivo della televisione digitale terrestre
· La diffusione dei lettori portatili in grado di riprodurre musica e video.



Più ampio il Rapporto 2006

La dinamicità che caratterizza questo mercato ha reso necessario, dal punto di vista metodologico, allargare il perimetro rispetto all'indagine del Rapporto 2005.

L'edizione di quest'anno comprende infatti le seguenti componenti: mobile entertainment (suonerie ad es.), musica digitale, servizi di gambling (scommesse e giochi a premio on-line), news, video (televisione digitale terrestre, tv satellitare sia in modalità free che pay, IPTV, mobile TV), beni culturali, turismo, education, adult entertainment.


Il valore del mercato nel 2005: 3.316 milioni di euro

Il valore iniziale dei contenuti prodotti in Italia, stimato per il 2005 intorno ai 524 milioni di euro, nel percorso dal produttore fino al consumatore finale si incrementa progressivamente per effetto dei successivi passaggi lungo la catena del valore fino a raggiungere il valore del mercato finale, stimato pari a 3.316 milioni di euro.

Il segmento dei contenuti a pagamento, grazie alla diffusione dei modelli pay (sia nella televisione digitale satellitare che in quella terrestre), assume un peso ancora più consistente, rappresentando l'88% del mercato complessivo con un valore pari a 2.912,6 milioni di euro (+26,9% rispetto al 2004). La crescita è stata sostenuta anche nelle altre componenti del mercato e-content: la pubblicità ha segnato l'incremento maggiore rispetto al 2004 (+32%) mentre i public content sono cresciuti in modo vivace (+27%).

All'interno del mercato dei contenuti a pagamento la quota più rilevante è costituita dal segmento video, per un valore di 1.659,7 euro (57%); seguono il mobile entertainment con una quota pari al 23% del mercato, per un valore complessivo di 670 milioni di euro, e il mercato dell'infotainment, che con un valore pari a 525,1 milioni di euro copre il 18% di questo mercato.

Particolarmente significativa è stata la crescita della musica digitale, che ha visto nel 2005 il suo decollo definitivo (con un incremento di quasi il 600% rispetto all'anno precedente).

Per quanto riguarda le tecnologie di accesso, nel 2005 il mercato vede ancora la netta prevalenza della TV digitale terrestre e satellitare (51,4%), su Internet (25%) e sulla telefonia mobile (23,6%).


Nel biennio 2006-2007 è prevista una crescita del 52% (boom della mobile-TV e della IP-TV)

La crescita del mercato prevista nel prossimo biennio, seppure con un leggero rallentamento rispetto al 2005, segue un trend pari a 24,2% nel 2006, per un valore complessivo di 4.119 milioni di euro, e del 22,2% nel 2007 (5.031 milioni di euro).Trascinata dalle nuove offerte legate alla trasmissione dei mondiali di calcio, anche la crescita della Mobile-TV sarà particolarmente sostenuta nel 2006 (+292%). Un altro segmento da cui si attende una crescita molto consistente è la IP-TV (+163% in termini di utenti abbonati).


Che cosa frena il mercato?

I fattori di freno allo sviluppo del mercato dei contenuti digitali esaminati dal Rapporto Federcomin sono molteplici: si va dalle infrastrutture - un fattore che riguarda trasversalmente tutti i segmenti di questo mercato - alle politiche di indirizzo del Governo, elemento di fondamentale importanza ad esempio per la piena realizzazione dei progetti di digitalizzazione di biblioteche e musei, che devono esprimersi con più vigore e maggiori risorse.

Ci sono poi i problemi legati al regime IVA, alla fatturazione e ai sistemi di pagamento: un freno soprattutto per i contenuti acquistati tramite Internet. Sono altresì da evidenziare a parte le importanti problematiche legate alla tutela dei diritti di proprietà intellettuale, che continuano a rappresentare un fattore di freno nella musica e nel video.

Al problema della diffusione abusiva dei contenuti tutelati da proprietà intellettuale si aggiunge quello legato alla necessità di uniformare il più possibile a livello internazionale i modelli di Digital Right Management, e rendere più chiaro e trasparente al consumatore quali siano le limitazioni che esso comporta nella fruizione dei contenuti acquistati.

L'Osservatorio della Società dell'Informazione 2006: La situazione Italiana

Secondo l'Osservatorio della Società dell'Informazione in alcuni settori come la banda larga, la telefonia UMTS e la TV digitale, l'Italia si colloca ai primi posti in Europa nella diffusione delle tecnologie digitali.


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L'"Osservatorio semestrale della Società dell'Informazione", realizzato da Federcomin in collaborazione con il Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie, segue da due anni i percorsi di innovazione tecnologica del nostro Paese, analizzando il grado di diffusione e di utilizzo delle tecnologie digitali (informatica, telecomunicazioni, media digitali) da parte di aziende, famiglie, Pubblica Amministrazione. Ecco i principali dati emersi:

Internet e la convergenza digitale

Gli ultimi mesi del 2005 hanno mostrato come il protocollo IP stia diventando una piattaforma unica sulla quale far transitare non solo servizi on-line di tipo classico (anche se non ancora del tutto sviluppati quali quelli legati all'e-Commerce, all'e-Government, all'e-Health, all'e-Learning), ma anche la telefonia (attraverso i servizi di Voice over IP), e la televisione (attraverso la IP-TV). L'internet si pone quindi come strumento di interazione ad ampio spettro.
Driver dei cambiamenti nell'utilizzo di internet è la forte crescita di collegamenti a banda larga: tra il 2004 e il 2005 il numero totale delle linee (business più consumer) è cresciuto del 44,4%, da 4,7 a 6,8 milioni e il 64% dei navigatori viaggia ad alta velocità (dodici mesi prima erano il 47%).

Solo negli ultimi mesi si notano i reali effetti della convergenza digitale come driver dell'innovazione tecnologica degli ultimi anni: la televisione sta vivendo il passaggio da analogico a digitale (a fine 2005 erano più di 3 milioni e mezzo i decoder venduti per la televisione digitale terrestre), e si è recentemente concretizzata la convergenza con la telefonia mobile (DVB-H); telefonia e internet si stanno sempre più integrando; alcuni servizi di e-Government saranno a breve disponibili sulla televisione digitale terrestre; e altri scenari sono pronti a irrompere. Tutti i contenuti su tutte le piattaforme, dunque, in modo da avvicinarci al paradigma della "digital sharing economy".

Aumentano i telefonini di terza generazione, o aumentano le reti wireless, e tecnologie quali l'identificazione a radiofrequenza (RFID) si pongono come uno dei segmenti più dinamici del mercato ICT.


I cittadini e l'innovazione tecnologica

Tre sono le piattaforme digitali presenti nelle famiglie italiane: internet e il personal computer, la telefonia mobile e la televisione digitale.

Piattaforma informatica: il 58% delle famiglie italiane è dotato di un computer. La diffusione di personal computer è rimasta stabile nell'ultimo anno, ma è aumentato il numero degli italiani che hanno navigato in rete ed è cambiato il modo di rapportarsi al web ed ai servizi offerti. Rispetto all'ultimo trimestre del 2004 gli utilizzatori del web sono aumentati del 7,6%: 18,3 milioni di italiani si sono connessi a internet almeno una volta negli ultimi tre mesi del 2005.

Telefonia mobile: la transizione alla rete UMTS ha registrato ottimi risultati, con un totale a fine 2005 di circa 10 milioni di utenti, destinati a superare i 25 milioni entro la fine del 2007.

Televisione digitale: continua la crescita del numero di famiglie: a fine 2005 sono circa 8,5 milioni, con un incremento del 40% circa rispetto al 2004. Tale crescita è dovuta quasi interamente all'aumento della diffusione della televisione digitale terrestre (circa 3,5 milioni di decoder a fine 2005).


Internet e le imprese

A dicembre 2005 il 57,3% delle aziende possiede un accesso a internet; di queste il 68,7% accede a internet in banda larga, il 70% ha un sito internet, e il 20% ha implementato una soluzione di rete intranet o extranet. Questi valori si avvicinano al 100% per le aziende con più di 250 addetti.

Dal 2004 all'inizio del 2006 l'utilizzo di internet da parte delle aziende italiane non solo è cresciuto quantitativamente (numero di aziende con accesso alla rete) ma si è anche sviluppato qualitativamente, spostandosi decisamente verso servizi più performanti rispetto al recente passato (banda larga). In termini quantitativi, dal 2004 all'inizio del 2006 la percentuale delle aziende utenti di internet a banda larga è infatti passata da 45,3% a 69,7% del totale aziende italiane.


La Pubblica amministrazione

Secondo uno studio dell'Unione Europea sui servizi della PA disponibili on line, risulta che il livello di sofisticazione sia passato da 37% nel 2001 al 67% nel 2004. L'Italia è situata all'ottavo posto in Europa, con 10 servizi su 20 totalmente disponibili on line; dal 2001 al 2004 l'Italia è salita dal dodicesimo all'ottavo posto tra i paesi UE a 18, con un incremento di 38 punti percentuali, e un aumento di sette servizi totalmente disponibili on line (nel 2001 erano solo 3 i servizi).
Il numero delle aziende che utilizzano la rete per rapportarsi con la PA mostra un leggero incremento rispetto a sei mesi prima (circa un punto percentuale per le Pmi e 1,5 per le grandi imprese).

E' aumentato anche il numero dei visitatori dei siti degli enti pubblici: da 10,4 milioni nell'ultimo trimestre del 2004 a 13,2 milioni nel corrispondente periodo del 2005 (+27%): oltre il 62% della popolazione internet attiva ha visitato un sito della PA negli ultimi 3 mesi del 2005.

Rapporto Federcomin 2006: Occupazione e professioni nell'ICT

Il Rapporto Federcomin 2006 "Occupazione e professioni nell'ICT" analizza il panorama attuale in Italia delle aziende e lo stato dell'occupazione ICT - un settore di 112.600 imprese e 674.000 occupati - sia presso le aziende fornitrici che presso le aziende "utenti". Particolare attenzione per le professionalità emergenti da qui al 2010


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Il Rapporto "Occupazione e professioni nell'ICT" - realizzato da Federcomin con la partecipazione delle Associate AITech-Assinform e Asstel e il Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie (con la collaborazione scientifica di NetConsulting nonché della Facoltà di Scienze Statistiche dell'Università degli Studi di Milano Bicocca) - analizza il panorama attuale in Italia delle aziende e lo stato dell'occupazione ICT - un settore di 112.600 imprese e 674.000 occupati - sia presso le aziende fornitrici che presso le aziende "utenti".

Sotto sono riportati i principali risultati:

Il settore ICT si conferma ancora quello più vivace in termini di "nascite imprenditoriali" con un tasso di iscrizione di nuove imprese pari a +25,3% a fronte di un tasso del settore Industria e Servizi del 20,9%. A proliferare sono, in particolare, le ditte individuali - +61,1% - contro il +32,9% registrato nel settore delle imprese del settore Industria e Servizi.

Nel 2005 le imprese con addetti del settore ICT ammontano a 112.600 - in crescita dal 2001 al 2004, pressoché stabili rispetto all'anno precedente - ed occupano 674.000 dipendenti.

Per quanto riguarda l'occupazione nel periodo 2001-2005 il settore ICT ha registrato una tendenza ad una maggiore flessibilità del mercato del lavoro: la differenza tra addetti nominali e addetti Full Time Equivalent (ovvero il numero equivalente di risorse teoriche a tempo pieno) è passata infatti da 28.100 unità a 54.800 (+95%), con un tasso di incremento medio annuo pari a circa il 18%.

Nel 2006 più assunzioni per le micro imprese

Le imprese dei comparti Informatica e Telecomunicazioni stimano, per il 2006, 17.920 assunzioni e circa 16.150 uscite, con un saldo positivo di 1.770 dipendenti.
Il più alto tasso d'entrata per le assunzioni previste si registra per le micro imprese sotto i 10 addetti (+7,6%), che evidenziano altresì il saldo più consistente (+3,4%). Le imprese che esportano o che effettuano innovazioni organizzative o di prodotto/servizio dichiarano i livelli di assunzione più elevati (37-39% rispetto alla media del 23,9%).

La modalità di assunzione prevalente dichiarata dalle aziende riguardo alla tipologia di contratto è quella a tempo indeterminato (53,2%). Permane una situazione di difficoltà di reperimento per gli skill più richiesti: circa 4.510 assunzioni previste (pari a circa il 25% del totale) riguarda figure difficili da reperire.

Il Power User è giovane e donna

Nel 2005 il numero di Power User (gli utilizzatori evoluti delle molteplici soluzioni applicative esistenti) risulta pari a circa 4,2 milioni, ovvero il 27% del totale occupati dipendenti. I Generic User (gli utilizzatori ICT di più basso profilo) risultano invece essere pari a circa 7,1 milioni (il 46% del totale). I restanti 4,2 milioni (27%) sono costituiti dai cosiddetti No User, cioè da lavoratori che non fanno alcun uso di soluzioni ICT.

Le donne rivelano competenze tecnologiche superiori a quelle degli uomini, all'interno del loro genere. I Power User di genere femminile sono, infatti, il 30,3% del totale contro il 25% di genere maschile; inoltre i No User di genere femminile sono il 26,2% contro il 27,6% di genere maschile. Appare interessante notare che tra gli uomini è presente una percentuale di No User superiore a quella dei Power, mentre per le donne accade l'opposto. Le donne che intraprendono un'attività lavorativa tendono, quindi, a dare maggiore rilievo alla propria formazione tecnologica.

Le professioni emergenti: +21.000 nuovi professionisti ICT con skill innovativo

Nei prossimi cinque anni l'evoluzione tecnologica e dei modelli di business modificherà profondamente le professionalità richieste dal settore ICT, che dovranno essere sempre più orientate alla multidisciplinarietà, alla tecnologia ma anche alle competenze di processo e di settore. Queste complesse trasformazioni comportano, già da oggi, un approccio "qualitativo" piuttosto che "quantitativo" verso il mercato del lavoro e le risorse umane, con il ricorso da parte delle imprese a nuovi skill nonché ad interventi mirati di formazione continua.

Una stima proiettata al 2010 prevede che i nuovi professionisti dell'ICT, con skill innovativo particolarmente orientati alla multidisciplinarietà, saranno all'incirca 17.500, a cui si aggiungeranno circa 3.800 professionisti delle linee di business. La domanda "nuova" è infatti una domanda di competenze, di creatività e di skills. Il tasso di crescita medio annuo per gli occupati ICT sarà pari allo 0,5 (+11.000 nuovi addetti).

Quali saranno, dunque, le figure emergenti? Qualche esempio:
· nell'Information Technology: l'IT Architect (o Solution Architect), ovvero uno sviluppatore che abbia conoscenze sui micro-processi aziendali e che sia in grado di sviluppare in ambienti multipiattaforma e multivendor;
· nelle Telecomunicazioni: i Product Manager, ovvero figure inserite nell'area Marketing e responsabili di linee di offerta;
· nelle aziende dei Media: TV satellitare TV digitale e Mobile TV avranno un impatto sulle figure impiegate nei servizi all'utenza, area che acquisirà una strategicità crescente.

Lo scenario fino al 2010: +11.000 addetti nel settore ICT
Il tasso di crescita medio annuo per gli occupati ICT è previsto per il periodo 2006-2010 pari a +0,5%, che si tradurrà nel 2010 in un saldo di circa +11.000 nuovi addetti. Il comparto più dinamico, come crescita media nel quinquennio, risulterebbe essere quello dei Media, con una variazione di +0,7%; il segmento più contenuto, invece, ma comunque in crescita, (con una variazione media annua pari allo 0,2%) è quello dei Servizi e apparati di Telecomunicazioni.

Rapporto EITO 2006/2007: Il mercato ICT in Europa

Secondo i dati del Rapporto Eito 2006 tra i grandi Paesi europei brillano le performance dell’Ict spagnolo (+5,2%), inglese (+3,3%) e francese (+2,7%). Più contenuta la crescita del mercato Ict in Italia (+2% nel 2006 e +2,1% nel 2007) e in Germania (+1,6%).


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Dunque si denota una forte ripresa della domanda di informatica (It) nell’Unione Europea nel 2006 (+3,8%) e previsioni di un ulteriore rafforzamento (+4,2%) nel 2007. Complessivamente software e It services rappresentano in Europa il 70% del mercato totale It e il 31% del mercato totale ICT. E' quanto emerso dal Rapprto EITO 2006, presentato a Milano da Bruno Lamborghini, presidente di EITO European Information Technology Observatory.

I dati principali del rapporto sono disponibili QUI.

Nel Rapporto risulta che tra i maggiori Paesi europei, a fronte di una crescita particolarmente sostenuta in Spagna della domanda di software (+7%) e di It services (+9%) e di crescite attorno al 6% sia di software sia di servizi in Francia, Germania e Regno Unito, si riscontra un gap di crescita per l’Italia in particolare nei servizi IT (+1,5% nel 2006 e +2,5% atteso nel 2007) e nel software (+3% nel 2006 e +4,5% atteso nel 2007) . Tale minore crescita, con effetti negativi su produttività e sviluppo dell’economia, appare in parte correlata agli investimenti e al Pil in Italia rispetto agli altri Paesi europei.

Il mercato It dell’Unione Europea nel 2006-2007 vede il forte sviluppo dei nuovi membri UE (mercati Est Europa) con robusti tassi di crescita in alcuni casi a due cifre (ad esempio Polonia, Slovacchia e Lituania con il 12%); nel complesso tali Paesi presentano una dinamica di oltre il 10% nel 2006 e del 9,1% nel 2007. Con una crescita attorno al 6% si posizionano Spagna, Grecia, Belgio e Austria; Francia e Regno Unito sono attorno al 4%, la Germania al 3% e infine l’Italia con una modesta crescita dell’1,7% (seppure maggiore dell’1% del 2005) nel 2006 con previsione di aumento al +2,5% nel 2007.

Il mercato europeo delle telecomunicazioni (apparati e servizi) presenta dinamiche in contenimento (+2,5% nel 2006 e +1,7% nel 2007) in conseguenza della forte concorrenza prezzi e VoiP, della relativa saturazione del mercato di telefonia mobile nei maggiori mercati e del peso ancora limitato dei nuovi servizi dati e IP, mentre prosegue la forte espansione delle reti a banda larga sia nel fisso sia nel mobile.

Il mercato europeo della voce su rete fissa è stimato scendere del 4,3% in entrambi gli anni, mentre i servizi dati su reti fisse presentano aumenti del 10,6% nel 2006 e del 7,8% nel 2007 e la crescita dei servizi di telefonia mobile è valutata calare di un punto nel biennio (dal +3,8% al +2,8%). Da notare che il mercato delle telecomunicazioni nei nuovi membri dell’Unione Europea presenta crescite del 7,8% nel 2006 e del 6,1% nel 2007, mentre nei Paesi tradizionali la crescita si attesta su valori pari al 5,1% in Spagna nel 2006 (+ 3,9% nel 2007), al 2% in Francia e in Italia mentre si registra una stagnazione nel mercato delle telecomunicazioni in Germania.

“Mentre i servizi in voce rappresentano ancora una “cash cow” – ha commentato il Lamborghini - il futuro delle telecomunicazioni è guidato dai nuovi servizi a banda larga, dal fattore mobilità always on, dalla IPTV, dai nuovi contenuti on line, dalle nuove opportunità che provengono dalle applicazioni innovative, collegate al cosiddetto Web 2.0 dei social networks e del P2P”.

Eito 2006 ha anche analizzato i numeri del file sharing prevedendo che oltre 20 milioni di computer operanti con modalità P2p oggi in Europa, saliranno a oltre 40 milioni entro il 2010: Eito inoltre immagina uno scenario di evoluzione delle reti peer to peer in forma di co-produzione di contenuti e di Superdistribution.

Lamborghini ha anche posto l'accento sulla convergenza: "il processo di convergenza digitale, da lungo tempo preconizzato, è passato dallo stato di utopia tecnologica a realtà molto concreta, come è dimostrato dalla accelerazione in Europa di fusioni e acquisizioni e alle trasformazioni dei modelli di business dei diversi operatori, dalle telecomunicazioni ai broadcasters, dall'elettronica di consumo all'informatica, dai media (musica, film, news) all'industria dell'entertainment".

Il mercato dell’elettronica di consumo in Europa registra complessivamente una crescita a valore del 9,2% nel 2006 e una previsione di crescita del +2,4% nel 2007. In particolare, l’area dei prodotti digitali risulta crescere del 17,6% nel 2006 e del 6,1% nel 2007, mentre i prodotti analogici diminuiscono del 15%.

Con riferimento al mercato italiano, l’andamento complessivo risulta statico (-0,6% nel 2006 e -1,2% nel 2007) ma si registra una forte crescita nel 2006 degli schermi piatti (+26%), dei digital personal audio MP3 (+23%) e delle consolle (+40%).

In conclusione, dalla presentazione del Rapporto e dal successivo dibattito, si conferma la relativa criticità della domanda italiana di It e in particolare di software e servizi It, a differenza della maggior parte dei Paesi europei. I motivi vanno ricercati da un lato nell’offerta e dall’altro negli investimenti riorganizzativi in particolare da parte delle PMI e della PA.

Sotto è disponibile la presentazione del rapporto di Bruno Lamborghini:

giovedì, novembre 30, 2006

Web Marketing: La visione di Paolo Mardegan

Qual'è il potenziale del Web Marketing? Quali sono i casi di successo e quelli di insuccesso? Paolo Mardegan, Dirigente della società Neo Network discute di questi temi all'Università Cattolica di Milano.


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Il Web Marketing è l'insieme di tutte le azioni di marketing che hanno come mezzo di attuazione il Web:
- serve a dare visibilità a un sito, ad una promozione, ad una marca;
- permette di trovare nuovi clienti, fidelizzare quelli acquisiti, pubblicizzare prodotti e servizi.


Le azioni tipiche del Web marketing sono il posizionamento sui motori di ricerca, le campagne di advertising a mezzo banner, il pay per click, il Direct Email Marketing e le mailing list.

Come utilizzare al meglio queste azioni? Quali sono i rischi e le opportunità. Paolo Mardegan, Dirigente della società Neo Network ne ha discusso a Milano, il 30 novembre, all'Università Cattolica di Milano. Ecco le slide della presentazione:

Web 2.0 in pratica: il tuo sito o il tuo blog sul telefono cellulare

Winksite: il servizio gratuito che ti consente di rendere esplorabile il tuo blog con un telefono cellulare o di creare un nuovo sito con chat e supporto per i codici a barre.



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Numerosi operatori telefonici stanno incominciando ad offrire a tariffe scontate l'accesso ad Internet attraverso il telefono cellulare.

Per esempio, TRE offre a nove euro al mese la possibilità di navigazione illimitata su un browser ottimizzato per lo schermo del proprio cellulare (Nokia, LG, Motorola). Questo dovrebbe spingere molti più utenti ad esplorare il web attraverso il proprio telefonino. 

Come catturare questa tipologia di utenti e convogliarla sul proprio blog?



Per esempio, per visitare questo blog su un qualsiasi telefono cellulare occorre inserire questo indirizzo: http://winksite.com/bepperiva/nuovimedia. Cliccando sul link è possibile sperimentare in anteprima come il blog apparirà sul proprio telefono cellulare.

La creazione della versione mobile del proprio blog è immediata per ogni blog che supporta il formato RSS. Per i blog in formato ATOM (per esempio  Blogger Beta) occorre invece utilizzare un servizio di conversione dei feed in formato RSS come FeedBurner:

Sign up for the FeedBurner free service, then optimize your Blogger Atom feed. On their "Burn A New Feed" form, enter your feed URL, then check off the option "Convert Format Burner" and select either "RSS 1.0" or "RSS 2.0". Leave all other options as default. Upon submission you will receive an RSS Feed URL. Use this URL for syndication at WINKsite.

Winksite non consente solo di convertire il proprio blog per il mondo mobile ma consente di creare veri e propri siti dotati di potenzialità avanzate come: chat, forum, questionari a scelta multipla, guestbook, m-card, agenda, zine.

E' perfino possibile creare delle immagini come quella sotto in formato "QR Code" che se lette da un lettore di codice a barre come quelli presenti nei telefoni cellulari di nuova generazione consentono di accedere direttamente al sito. Provare per credere:



In alternativa, un modo per visualizzare i blog che interessano sul proprio telefono cellulare consiste nell'utilizzare MobileLeap o Google Mobilizer due browser per dispositivi mobili che consentono di adattare le pagine web al proprio terminale riducendo fino all'80% la dimensione delle pagine e i costi relativi.

Il loro utilizzo è semplicissimo: basta aprire sul proprio cellulare i due siti: http://mobileleap.net/v2 o http://www.google.com/gwt/n e il programma stesso adatterà il sito/blog allo schermo del proprio cellulare.

martedì, novembre 21, 2006

L'unione fa la forza nelle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni: l'Europa mette in comune le attività di ricerca a tutti i livelli

Per la prima volta, l'Unione europea cambia la modalità di finanziamento della ricerca tecnologica strategica con il lancio delle iniziative tecnologiche comuni (JTI, Joint Technology Initiatives). Si tratta di un'idea della Commissione europea che ha trovato il sostegno dei capi di Stato e di governo dell'UE durante il recente vertice informale a Lahti (Finlandia). Le JTI riuniranno le risorse dei programmi del settore privato, di quelli nazionali e dell'UE per conseguire obiettivi comuni di ricerca ambiziosi.


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"Ho segnalato ripetutamente che l'Europa deve mettere in comune le risorse di cui dispone e deve incrementare gli investimenti nella ricerca sulle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni", ha affermato Viviane Reding, commissaria europea per la Società dell'informazione e i media. "

Si prevede che nei prossimi anni le Joint Technologies Intiatives - JTI diventeranno uno strumento importante per potenziare la capacità innovativa dell'Europa. Grazie ad esse, i partner industriali e gli Stati membri più interessati potranno allineare i propri investimenti a quelli dell'Unione europea attorno ad obiettivi e programmi comuni. A norma dell'articolo 171 del trattato, le JTI possono essere istituite come soggetti giuridici indipendenti che perseguono programmi di ricerca promossi dal settore industriale. Possono ricevere e gestire fondi provenienti da qualsiasi fonte, compresi i finanziamenti nazionali e comunitari, e restano aperte alla partecipazione di altri partner, sia pubblici che privati.

In qualità di modello aperto e pionieristico per i partenariati pubblico-privato, si prevede che le JTI stimoleranno gli investimenti europei nella ricerca e contribuiranno al raggiungimento di una massa critica grazie alla raccolta di iniziative attualmente frammentate, garantendo al tempo stesso una gestione efficace e razionale del programma.

La prima di tali iniziative ad essere lanciata, all'inizio del 2007, sarà ARTEMIS. L'iniziativa ARTEMIS darà impulso alla ricerca europea sui sistemi informatici incorporati (embedded systems), che risultano sempre più importanti per numerosi settori industriali strategici. Tale iniziativa servirà da modello per le iniziative che seguiranno.

ARTEMIS è stato istituito nel giugno 2004 come piattaforma tecnologica europea (si veda IP/04/804 e MEMO/06/331) ed è composto, al momento, da 17 grandi imprese europee, tra le quali Philips, Nokia, Thales, Daimler Chrysler e ST Microelectronics. Inoltre, 14 governi europei hanno espresso la volontà di partecipare all'iniziativa tecnologica comune ARTEMIS, che resterà aperta a tutti gli Stati membri dell'UE e agli altri partner che desidereranno entrare a farne parte in futuro.

L'iniziativa ARTEMIS permetterà all'Europa di mantenere la leadership mondiale nei sistemi incorporati. Si stima che gli investimenti nell'industria europea nella ricerca in questo campo ammontino a 15-20 miliardi di euro all'anno. Attualmente quasi la metà delle 100 imprese europee più importanti investe nella ricerca sui sistemi incorporati e la maggior parte delle 25 entità europee che spendono maggiormente nella ricerca utilizza i sistemi incorporati per i propri prodotti e servizi. Mantenere la leadership in questo settore, che costituisce uno degli elementi di base per applicazioni future in tutti gli altri settori, risulterà vitale per incrementare la produttività e l'occupazione e avrà inoltre importanti ricadute a livello sociale.

Si prevede che il bilancio dell'iniziativa ARTEMIS nei prossimi sette anni sarà di circa 3 miliardi di euro, oltre la metà dei quali proverrà dall'industria, mentre il resto sarà finanziato dagli Stati membri dell'UE e dagli Stati associati partecipanti, nonché dalla Commissione. Si prevede inoltre che il meccanismo proposto mobiliterà 7 euro di investimenti nella ricerca e sviluppo per ogni euro proveniente dalla Comunità.

Ricerca: 9 miliardi di euro per incentivare la ricerca europea nel settore delle nuove tecnologie (TIC)

L'UE intende investire oltre 9 miliardi di euro a favore della ricerca nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC). Si tratta della voce di bilancio di gran lunga più importante del 7° programma quadro di ricerca che durerà fino al 2013 – una priorità fissata dall'UE che, in questo modo, riconosce l'importanza delle TIC per la crescita e la competitività dell'Europa.


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"L'Europa sta cominciando a recuperare il ritardo nel settore della ricerca sulle TIC" ha dichiarato Viviane Reding, Commissaria responsabile della Società dell'informazione e dei media.

"Realizzando ingenti investimenti nei progetti di ricerca in collaborazione nel settore delle TIC la Commissione sta imprimendo l'impulso indispensabile alla ricerca europea in questo campo. Con 9 miliardi di euro invitiamo gli Stati membri, l'industria e le università ad unirsi a noi nella lotta per un'Europa più competitiva. Non abbiamo bisogno solo di ricerca, dobbiamo anche orientarla meglio. Per stabilire adeguatamente le nostre priorità ci siamo in gran parte basati sulle consulenze di 9 piattaforme tecnologiche europee nel settore delle TIC. In alcuni ambiti porteremo avanti questi partenariati concentrando le risorse nell'ambito di Iniziative tecnologiche congiunte."

Il settore delle TIC è il principale settore di ricerca nell'ambito del 7° programma quadro di ricerca e sviluppo (7° PQ), che si protrarrà per sette anni, e rappresenta il 18% dello stanziamento di bilancio comunitario totale. Il programma di lavoro TIC per il 2007 e il 2008, di cui si discute oggi a Helsinki, segna l'avvio del 7° PQ e porterà alla ribalta una nuova generazione di progetti TIC che rafforzeranno le prestazioni di ricerca dell'Europa e contribuiranno a mantenere il settore delle TIC europee all'avanguardia dello sviluppo tecnologico e dell'uso avanzato di queste tecnologie. A Helsinki i ricercatori conosceranno i dettagli del primo (e più consistente in assoluto) invito a presentare proposte (1140 milioni di euro), la procedura di selezione per l'assegnazione dei finanziamenti del 7° programma quadro.

Questa cifra dimostra la volontà dell'UE di colmare il divario in materia di ricerca tra l'Europa e i suoi concorrenti a livello mondiale. A riprova del fatto che l'Europa sta recuperando il ritardo che aveva accumulato, un'indagine del 2006, riguardante le prime 1250 imprese mondiali attive a livello di R&S, ha riscontrato che 39 delle prime 100 erano statunitensi e 36 europee. Le tecnologie hardware, le tecnologie elettroniche ed elettriche e il software sono rispettivamente il primo, il quarto e il quinto principale settore di spesa della ricerca mondiale.

Il programma di lavoro si incentrerà su settori chiave in cui l'Europa beneficia di vantaggi competitivi e di punti di forza saldi: comunicazioni, elettronica e fotonica, sistemi e architettura software. Mirerà inoltre a garantire che la ricerca sulle TIC si svolga non solo a vantaggio dell'economia europea ma anche della società, migliorando la vita quotidiana in settori quali i trasporti, l'efficienza energetica e le cure sanitarie.

sabato, novembre 18, 2006

Pubblicità Interattiva 2 - Spesi 4.2 milardi di US$ nel terzo trimestre 2006

Trimestre record per la pubblicità interattiva nel mondo: Raggiunto il valore record di 4.2 Milardi di dollari (3.8 milardi di euro)



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Interactive Advertising Bureau (IAB) e PricewaterhouseCoopers hanno appena annunciato che nel terzo trimestre del 2006 il fatturato della pubblicità su Internet ha raggiunto il valore record di 4.2 miliardi di US$ (3.8 miliardi di Euro) . Il valore del terzo trimestre 2006 è il 33 percento superiore ai 3.1 miliardi di US$ del 3°T 2005 and il 2 percento superiore al valore del 2°T 2006 di circa 4.1 miliardi di US$

"La consistente crescita della pubblicità online è una chiara indicazione che il mondo del marketing ha iniziato a riconoscere il vero potenziale della pubblicità interattiva" commenta Sheryl Draizen, SVP, General Manager, IAB. "Gli esperti di marketing stanno sperimentando quanto questo medium aumenta le loro possibilità di selezionare e coinvolgere l'audience oltre a permettere di misurarne l'efficacia con modalità che nessun altro medium è in grado di offrire".

"La pubblicità interattiva, con il suo ottavo trimestre di crescita consecutiva e con il valore più alto mai raggiunto in un trimestre è in corsa per un anno d'oro e riflette il trend di spostamento dell'audience sul mondo di Internet" sottolinea David Silverman, Partner, Assurance, PricewaterhouseCoopers.

martedì, novembre 14, 2006

Web 2.0 (2) - Sta davvero cambiando qualcosa?

Il cuore del Web 2.0 è una nuova opportunità: la possibilità di esprimersi e condividere i contenuti in maniera facile.


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Oggi la maggior parte di noi quando parla di Internet, pensa al «World-Wide Web» (Web): l’interfaccia grafica che permette di esplorare in maniera ipermediale i contenuti dei server che formano la Rete. In realtà, le prime applicazioni ad aver sfruttato le potenzialità di connessione della Rete sono state i media testuali (E-mail, Newsgroup, MUD, ecc.). Infatti, il Www nasce solo nel 1991 grazie all’opera di Tim Berners-Lee un ricercatore del Cern di Ginevra.

L’idea di Berners-Lee è stata molto semplice: a partire da una rete già esistente di computer, creare una nuova interfaccia grafica basata sul concetto di ipertesto, che consentisse di sfruttarne al meglio i contenuti. Più precisamente il suo obiettivo era quello di facilitare la consultazione dei dati disponibili su Internet ai membri della sua comunità: i fisici delle alte energie.

In pratica, all’interno di una rete comunicativa già esistente da molti anni, l’interfaccia grafica realizzata da Berners-Lee, ha creato una nuova opportunità: l'accesso in maniera semplice ed efficace a grandi quantità di informazioni. E questo ha prodotto la rivoluzione che abbiamo sperimentato negli anni 1998/2001.

Lo stesso processo sta avvenendo con il Web 2.0. Ora gli utenti di Internet hanno una nuova opportunità: la possibilità di creare con facilità contenuti condivisi.

Se riflettiamo su queste considerazioni e analizziamo la storia di Internet possiamo identificare tre diversi momenti di rottura con il passato, ciascuno caratterizzato da una nuova opportunità (affordance) per gli utenti non esperti offerta dal medium:

  1. Media Testuali: consentono la creazione di comunità virtuali svincolate da limiti spazio-temporali;
  2. Web: consente l'accesso ad informazioni specifiche all'interno di grandi quantità di dati;
  3. Web 2.0: consente la possibilità di esprimersi/creare contenuti da condividere all'interno di una comunità

Ogni volta che questo succede aumentano improvvisamente e drasticamente le possibilità a disposizione degli utenti. E man mano che questi si rendono conto delle nuove opportunità iniziato ad usare di più Internet. Allo stesso tempo, visto il maggior numero di utenti, numerose società cominciano a sviluppare nuovi servizi che permettano di sfruttare le nuove possibilità.

Il risultato finale è una rivoluzione che produce cambiamenti di tipo sociale ed economico. Questo ci porta a concludere che il Web 2.0 non è soltanto una sigla, ma un processo che avrà un effetto duraturo sul modo di sperimentare Internet.

Per approfondire le opportunità del Web 2.0 esplora i nostri tutorial.


Web 2.0 (1) - La definizione

Che cos'è il Web 2.0. Inizia con questo post un'analisi delle caratteristiche del fenomeno Internet del momento.


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Uno dei termini più frequenti sul Web e sui media negli ultimi mesi è "Web 2.0". Dove è nato e cosa significa?

Il concetto originale di Web 2.0 è stato sviluppato nel 2004 all'interno di una sessione di brainstorming tra Tim
O'Reilly e i ricercatori di MediaLive International e viene utilizzato per indicare una nuova generazione di applicazioni/siti web (blog, video sharing, wiki, ecc.) che consentono anche all'utente non esperto di sperimentare nuove forme di comunicazione e di espressione.

Più precisamente a caratterizzare le applicazioni Web 2.0 sono le seguenti proprietà:

Psico-Sociali
- Facilità d'uso: anche l'utente non "smanettone" è in grado di utilizzarle;
- Dimensione espressiva: grazie ad esse l'utente può esprimersi e generare nuovi contenuti;
- Dimensione comunicativa: ogni nuovo contenuto è accessibile all'intera comunità di Internet;
- Dimensione comunitaria: i contenuti sono il risultato dell'interazione tra una comunità di utenti che ha un ruolo attivo nel processo di creazione e di commento/condivisione.

Tecnologiche
- L'accesso alle applicazioni avviene attraverso il Web: il browser è sempre l'interfaccia di accesso alle diverse applicazioni;
- Nuovi linguaggi di descrizione dei contenuti: dal linguaggio HTML si passa ai linguaggi XML e Javascript (AJAX - Asynchronous JavaScript and XML)

Per chiarire meglio la differenza tra le due generazioni di applicazioni web ecco alcuni esempi proposti da Tim O'Really:

Web 1.0
Web 2.0
DoubleClick --> Google AdSense
Ofoto --> Flickr
Akamai --> BitTorrent
mp3.com --> Napster
Britannica Online --> Wikipedia
personal websites --> blogging
evite --> upcoming.org and EVDB
domain name speculation --> search engine optimization
page views --> cost per click
screen scraping --> web services
publishing --> participation
content management systems --> wikis
directories (taxonomy) --> tagging ("folksonomy")
stickiness --> syndication

Sotto sono riportate due presentazioni che approfondiscono i diversi aspetti del Web 2.0



domenica, novembre 12, 2006

Web 2.0 in pratica - Metti on-line le tue slide

Fai conoscere le tue presentazioni powerpoint al mondo di Internet in modo totalmente gratuito: Slideshare.net (perfetto se non serve l'audio) o Jumpcut.com (con audio, ma la qualità delle slide è inferiore)

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Uno dei problemi più frequenti dopo una presentazione è la distribuzione della stessa ai partecipanti, possibilmente online sul proprio sito o sul proprio blog. Grazie a due applicazioni web - Slideshare.net e Jumpcut.com - oggi è possibile farlo senza fatica.

SlideShare è un sito che consente di condividere online le presentazioni create con PowerPoint (.ppt e .pps) o con OpenOffice (.odp) e ne permette la visualizzazione tramite il formato flash: viene fornito un codice HTML da inserire nel proprio blog/sito.

Le principali caratteristiche di Slideshare sono:
  1. Permalink ad ogni slides e non solo all’intera presentazione: Avanzando le slides l’url cambia, rendendo molto semplice linkare o citare la singola slides
  2. Proiezione a schermo intero
  3. Commenti sulle singole slides
  4. Possibilità di ridimensionare la presentazione quando viene inserito nel sito/blog.
  5. Trascrizione delle slides: Il testo di ogni slide viene trascritto in testo semplice nella pagina che contiene lo slideshow. Ciò significa che ogni slide diventa “intelleggibile” ai motori di ricerca e di conseguenza indicizzata…
Grazie a queste caratteristiche è possibile:
  • ricercare le slide di alcuni eventi (es: smau2006)
  • ricercare per temi/parole chiave (es: information architecture, web 2.0)
  • fare delle presentazioni online (es: skype + slideshare) ricordandosi che però le presentazioni sono pubbliche e quindi visibili da chiunque...
Al momento manca ancora la possibilità di inserire un testo audio di commento, cosa che renderebbe slideshare perfetto per la formazione a distanza. Un esempio del risultato è visibile sotto:



L'inserimento di un testo audio è però possibile con Jumpcut, uno dei tanti siti che consentono di mettere online dei video. Rispetto a YouTube questo sito ha la possibilità di consentire il montaggio online del video a partire da immagini e file audio.

Per cui, volendo mettere online una presentazione con testo sincronizzato la procedura è la seguente:
- salvare da Powerpoint tutte le slide come immagini JPEG;
- preparare un file Wav o MP3 con il commento delle slide;
- caricare su Jumpcut sia le immagini e le slide;
- preparare il video impostando per ogni slide la durata della visualizzazione pari alla lunghezza del commento.

Il risultato finale è esattamente equivalente a quello di Slideshare: un file in formato flash inseribile nel proprio blog/sito attraverso un codice HTML. La qualità video è inferiore ma in questo caso è possibile inserire dei contenuti audio. Un esempio è visibile sotto:

venerdì, novembre 10, 2006

Pubblicità Interattiva 1 - Il parere degli esperti

IAB Forum 2006 - Al convegno di Milano (8-9 Novembre) parlano i principali esperti del settore davanti a oltre 2000 partecipanti.


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Secondo i dati di Digital Strategy Consulting (Febbraio 2006) la situazione della pubblicità online in Italia è ancora ai blocchi di partenza:
  1. 138 milioni di euro spesi nel 2005
  2. 1,5% del mercato totale pubblicitario italiano
  3. 18% di incremento rispetto all'anno precedente
Eppure il contesto italiano è in forte trasformazione: il 39% della popolazione - quella più ricca ed interessante per i pubblicitari - ha accesso ad Internet, e il 42% degli utenti utilizza una connessione a banda larga.

Che impatto avrà questa trasformazione? I segnali dall'estero sono impressionanti: la ricerca Europe's Online Youth di MSN mostra come nel mondo anglosassone i giovani passano il 18% (!) del loro tempo online.

Non a caso, in Inghilterra Google entro fine anno fatturerà a livello pubblicitario 900 milioni di sterline contro gli gli 800 milioni di sterline di Channel Four, uno dei più noti canali televisivi. E nel 2007 Google dovrebbe superare anche il fatturato di ITV, la rete inglese più ricca di pubblicità (Fonte: Financial Times).

Per cercare di spiegare agli operatori del mondo della pubblicità e della comunicazione che cosa sta succedendo, IAB Forum ha invitato alcuni dei principali esperti del settore.

Apparentemente la chiave per comprendere le nuove possibilità offerte dal Web 2.0 è il concetto di "coinvolgimento" (engagement) di cui parleremo ancora presto...

Nel frattempo, ecco il parere di alcuni di loro (I Podcast dei principali interventi sono stati pubblicati sul blog di Lele Dainesi):

Layla Pavone - Presidente IAB
L'intervento presenta il quadro italiano con gli ultimi dati



Enrico Gasperini - Presidente Assocomunicazione
L'intervento discute la necessità di modificare gli stili comunicativi della pubblicità per sfruttare le nuove potenzialità di Internet

giovedì, novembre 09, 2006

Il mondo della comunicazione nell'Annuario Istat 2006

I dati ufficiali Istat 2006 relativi al mondo delle telecomunicazioni in Italia


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Secondo l'Annuario Istat 2006, nel 2004 le imprese di telefonia fissa e mobile hanno registrato un fatturato di 43.964 milioni di euro e investimenti per 7.053 milioni di euro. Il fatturato per addetto è risultato pari a 485 mila euro e gli investimenti per addetto a 78 mila euro.

Nelle attività di fornitura di accesso a Internet, il fatturato complessivo è stato pari a 23.383 milioni di euro (348 mila euro per addetto) e gli investimenti di 3.853 milioni di euro (55 mila euro per addetto).

Al 31 dicembre 2004 la tecnologia prevalente nella telefonia è quella digitale xDsl, con un totale di 3,9 milioni di abbonati. Le linee mobili attive sono 63,2 milioni mentre le carte telefoniche prepagate attive sono 55,7 milioni. Il numero di clienti che fa uso della Carrier Selection in modalità easy access è pari a 6 milioni mentre le linee Umts sono 3,7 milioni.

Il totale delle utenze Internet è di circa 9,9 milioni e la velocità di download più frequente è quella fino a 399 Kbit/s (con 5,6 milioni di utenze attive); stanno, tuttavia, crescendo rapidamente le utenze Internet appartenenti alle classi di velocità di download superiori. Anche rispetto alla velocità di upload, è la velocità più bassa, quella fino a 255 Kbit/s, ad essere la più frequente con 5,9 milioni di utenze.

A livello territoriale, la maggiore diffusione di utenze Internet si registra in Lombardia (1,9 milioni) e nel Lazio (1,1 milioni); seguono Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte.

Nel corso del 2004 il traffico telefonico su rete fissa è costituito, nel 43,4 per cento dei casi, da chiamate verso lo stesso distretto nazionale (abbonati aventi lo stesso prefisso), nel 19,1 per cento dei casi da chiamate verso altri distretti nazionali (abbonati aventi prefisso diverso) e nel 12,1 per cento da chiamate verso rete mobile.

A sua volta, il traffico telefonico su rete mobile è costituito da chiamate verso la rete mobile dello stesso operatore nel 54,2 per cento dei casi e verso altro operatore nel 22,3 per cento dei casi.

L'uso dei nuovi media in Europa 4

Dati NetObserver® Europa 2006: La percezione della pubblicità on-line è complessivamente più positiva in Italia e in Spagna


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I navigatori italiani apprezzano molto più di quelli tedeschi la pubblicità on-line.

Se la pubblicità on-line è percepita come creativa ed innovativa da più di 3 navigatori italiani e inglesi su 5, meno della metà dei navigatori tedeschi condivide questa opinione.
D’altra parte, se per più di 3 navigatori italiani e spagnoli su 5 la pubblicità on-line aiuta a scoprire nuovi prodotti e servizi, questa sembra avere lo stesso ruolo soltanto per poco più di 1/ 3 dei navigatori tedeschi.

Inoltre, quasi metà dei navigatori italiani e spagnoli ritiene che la pubblicità on-line aiuti a prendere decisioni migliori in materia di acquisti contro meno di 1 / 4 degli internauti tedeschi!
Per quanto riguarda i navigatori francesi, la percezione della pubblicità si situa nella media dei navigatori europei.

In conclusione, se una migliore percezione pubblicitaria non è garanzia di una reazione immediatamente positiva in termini di comportamento nei confronti della pubblicità e del marketing on-line, tuttavia nel lungo periodo sembra contribuire. Questo ci permette, quindi, di fare rosee previsioni riguardo allo sviluppo della pubblicità on-line in Italia, cosi come in Spagna.

L'uso dei nuovi media in Europa 3

Dati NetObserver® Europa 2006: La Francia e il Regno Unito sono i paesi dove i navigatori reagiscono complessivamente di più alla pubblicità e al marketing diretto on-line


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Gli internauti francesi e inglesi reagiscono complessivamente di più alla pubblicità e al direct marketing on-line rispetto ai navigatori tedeschi.

Gli internauti francesi, per esempio, sono molto più amanti del gioco rispetto agli altri internauti europei, dato che, più della metà tra di loro dichiara di aver preso parte a dei giochi a premi organizzati da un sito di marche o di E-commerce nel corso degli ultimi tre mesi! Inoltre, sempre con riferimento a questo periodo, i francesi sono, insieme agli inglesi, gli internauti che più hanno cliccato sui link pubblicitari che appaiono tra i risultati dei motori di ricerca.

Ad ogni modo, per i navigatori inglesi, l’impatto della pubblicità on-line non puo’ limitarsi al tasso di clic immediato dato che, quasi 2 internauti inglesi su 5, dichiarano di aver visitato il sito di una marca o di un’impresa parecchi giorni dopo aver visto la sua pubblicità su Internet.

I diversi comportamenti di fronte alla pubblicità on-line non si possono spiegare tramite delle differenze d’investimento o per la saturazione pubblicitaria, in quanto la Germania è relativamente vicina alla Francia e al Regno-Unito in questi ambiti. In effetti, questo fenomeno è, senza dubbio, legato piuttosto alle differenze culturali nei confronti della pubblicità; i navigatori tedeschi sembrano avere una percezione della pubblicità on-line nettamente meno positiva degli altri

L'uso dei nuovi media in Europa 2

Dati NetObserver® Europa 2006: La Germania in testa nell’utilizzo dei servizi on-line a pagamento


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Per quanto riguarda i servizi on-line a pagamanto, questa volta è la Germania ad avere la meglio, sopratutto rispetto ai navigatori francesi e italiani che sembrano complessivamente più reticenti all’acquisto di servizi tramite Internet.

Partendo dai sevizi di svago, gli internauti tedeschi risultano essere quelli che utilizzano di più i servizi a pagamento per l’invio degli SMS, per l’accesso ai video ghiochi on-line e per lo sviluppo di foto digitali; inoltre, sembrano essere, insieme agli internauti inglesi, quelli che scaricano di più musica, loghi e suonerie a pagamento per i cellulari.

Lo stesso vale per i servizi pratici a pagamento (offerte, piccoli annunci, servizi di incontro …….) che i navigatori tedeschi utilizzano di più rispetto agli altri internauti europei sottoposti allo studio.

Contrariamente alle altre “attività di comunicazione”, qui, l’età degli internauti non spiega le differenze nell’utilizzo di questi servizi a pagamanto. Non è nemmeno il livello di penetrazione della banda larga, nella misura in cui, la Germania, come l’ Italia, con meno dell’80% delle famiglie che la possiedono, è a dire il vero” trascinata” in questo settore ( dietro Francia, Regno Unito e Spagna, tutti e tre con più dell’80% di tasso di penetrazione della banda larga).

In realtà, si tratta per lo più di una differenza culturale tra i paesi anglosassoni e i paesi latini che non riguarda soltanto gli acquisti on-line in generale ma anche quelli di prodotti e di servizi.
Anche per l’E-Commerce dunque, troviamo logicamente Germania e Regno Unito davanti a Francia, Italia e Spagna nell’utilizzo dei servizi a pagamento.

L'uso dei nuovi media in Europa 1 - Dati NetObserver® Europa

Gli internauti spagnoli sono i più assidui utilizzatori delle nuove funzionalità d’informazione e comunicazione offerte da Internet.


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Dopo l’avvento della posta elettronica stiamo assistendo, da qualche tempo, ad un aumento delle potenzialità dei nuovi mezzi d’informazione e comunicazione in Internet: blog, software di comunicazione, podcasting…

Dei 5 mercati europei analizzati da NetObserver® (Francia, Italia, Spagna, Regno-Unito e Germania), la Spagna è in testa, mentre la Germania è all’ultimo posto per quanto riguarda l’utilizzo delle nuove funzionalità di comunicazione e d’informazione di Internet.

Gli internauti spagnoli dunque, non solo sono coloro che utilizzano di più i software di comunicazione (messaggistica istantanea, telecomunicazione tramite Internet) ma anche quelli che creano di più blog on-line e che si servono maggiormente di servizi di podcasting.

Contrariamente a quanto si possa pensare, sembra che i mercati più maturi, come quello tedesco ed inglese, non siano quelli che sfruttano di più le funzionalità d’informazione e comunicazione più recenti

Tuttavia, la crescita della Spagna in questi nuovi utilizzi sembra legata sopratutto all’età dei navigatori piuttosto che al livello di maturità del mercato spagnolo. Infatti, dei 5 mercati analizzati, la Spagna è il paese con il più alto numero di internauti con meno di 35 anni: questi rappresentano ancora più del 60% degli internauti spagnoli contro meno del 50% sugli altri 4 mercati studiati e persino del 40% nel Regno Unito! Dunque queste funzionalità comunicative restano ad appannaggio delle giovani generazioni...

Motori di ricerca 3 - Il futuro

Quando sono nati i motori di ricerca? Come funzionano? Con le Reti Semantiche continua l'analisi della storia e del funzionamento dei motori di ricerca.


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Le più recenti innovazioni nella produzione di algoritmi per i motori di ricerca si basano sull'analisi semantica dei termini e sulla conseguente creazione di reti semantiche. Un esempio di questo nuovo approccio è dato da Mooterche già utilizza reti semantiche per visualizzare i concetti. Lo stesso Google ha già adottato sistemi per la prevenzione dell'errore e la contestualizzazione dei risultati.

In generale le reti semantiche sono una grande famiglia di schemi di rappresentazione "a grafo" (vedi immagine sopra). Più precisamente, una rete semantica è un grafo in cui:
  • I nodi, etichettati, corrispondono a concetti, oggetti e stati
  • Gli archi, etichettati e orientati, a relazioni binarie tra i nodi (dette anche ruoli).
Esse condividono l’idea di base che strutture complesse possano essere descritte come una collezione di attributi, e valori associati, e che il ragionamento è, nella sua forma più astratta, la creazione di una rete di collegamenti, la cui logica è riconducibile al "buon senso": esperienza, somiglianza, dipendenza, tipicità.

La prima formulazione del concetto di rete semantica si deve a Ross Quillian, che lo elaborò nel 1968 per costruire un modello dell'organizzazione dei significati delle parole nella memoria e della capacità di associare concetti. Successivamente molti altri studiosi hanno proposto evoluzioni e potenziamenti del modello originale, senza però distaccarsi delle primitive intuizioni di Quillian.

È lecito prevedere che nel giro di alcuni anni i motori di ricerca baseranno le proprie tecnologie sia sull'analisi quantitativa dei contenuti (le parole in sé), sia soprattutto su quella qualitativa (il senso delle parole). I motori di ricerca saranno, ad esempio, in grado di distinguere il senso della parola "pesca" a seconda di quale sia il contesto in cui la parola è contenuta (capire se sia il frutto, la disciplina sportiva, o altro).

Per muoversi in questa direzione Google ha acquisito Oingo (un tempo noto come "il motore dei concetti") e la tecnologia dell'azienda che lo creò, la Applied Semantics.

Sotto, Peter Patel-Schnelder, ricercatore di Google, parla del Semantic Web e della rappresentazione della conoscenza

Motori di ricerca 2 - Google

Quando sono nati i motori di ricerca? Come funzionano? Con Google continua l'analisi della storia e del funzionamento dei motori di ricerca.


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A cambiare il panorama dei motori di ricerca è stata la creazione di Google, il primo motore di ricerca che ha inserito nell’analisi dei fattori di tipo esperienziale: oltre a Google segnaliamo Ask (Teoma) e Mooter. In particolare Mooter utilizza reti semantiche per visualizzare i concetti.

Visto che il principale problema dei motori di ricerca tradizionali è l’incapacità di identificare le iperinformazioni, Google ha deciso di utilizzare indici di tipo esperienziale come principale criterio su cui basare i propri algoritmi:

- la permanenza degli utenti su un sito: quanto più lunghe sono le permanenze medie dei visitatori di un dato sito, tanto più il materiale in esso contenuto sarà significativo.

- la popolarità di un sito: quanto maggiore è la quantità e la qualità dei collegamenti provenienti da siti esterni, tanto più il materiale in esso contenuto sarà significativo.

La qualità è data dall’importanza del sito da cui proviene il collegamento. In particolare, Google ha identificato per le principali parole chiave una serie di siti di riferimento (core sites – elencati all’indirizzo: http://directory.google.it/) che ha ordinato in ordine di importanza. Un collegamento proveniente da uno di questi siti è più importante di un collegamento qualsiasi, così come un collegamento proveniente da un sito di riferimento in posizione più elevata è più importante di uno in posizione meno elevata.

Lo sforzo di rendere i motori di ricerca capaci di identificare le informazioni rilevanti per l’utente non è però terminato. Google sta testando all’interno del proprio laboratorio (http://labs.google.com) una serie di servizi permettono agli utenti di intervenire nel processo di ricerca. Tra i più interessanti abbiamo la «personalized search» basata su una serie di criteri definiti a priori dall’utilizzatore e il «web alert» che consente di avere ad intervalli fissi gli aggiornamenti relativi ad una riPubblicacerca di proprio interesse.

Sotto, il fondatore di Google Sergey Brin parla a Berkley del proprio motore di ricerca

Motori di ricerca 1 - La storia e Yahoo

Quando sono nati i motori di ricerca? Come funzionano? Con Yahoo inizia l'analisi della storia e del funzionamento dei motori di ricerca.


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L’idea di creare uno strumento che aiutasse gli utenti a trovare i file presenti su Internet risale ai primi anni Novanta. Nel 1990 Alan Emtage, studente della McGill University, decide di creare «Archie»: un database in grado di identificare la posizione di un elevato numero di file. Questo sistema viene affiancato l’anno dopo dal «gopher»: un sistema di visualizzazione dei contenuti di un server basato su una lista gerarchicamente strutturata di file e cartelle.

Tuttavia i primi siti di ricerca nati per il Web – Galaxy e Yahoo! – nascono solo nel 1994. A diventare uno degli standard di riferimento sarà Yahoo!, creato nel febbraio 1994 da due studenti di Stanford, Jerry Yang e David Filo. Yahoo!, come Galaxy, è un elenco strutturato di siti (directory), organizzato mediante parole chiave. In pratica una specie di «pagine gialle» digitali. Il meccanismo su cui si basa è molto semplice:
- l'autore di un sito segnala a Yahoo! la sua esistenza;
- nel giro di qualche giorno una persona dello staff di Yahoo! visita il sito e lo analizza;
- in base ai suoi contenuti viene classificato e inserito in una lista di siti simili.

Il vantaggio di Yahoo! è che la sua struttura di classificazione è basata sulla valutazione umana e quindi è solitamente molto precisa. Questo è però anche il suo principale svantaggio: con l’aumento vertiginoso del numero di nuovi siti è diventato impossibile per lo staff di Yahoo! riuscire a visitarli tutti.

Per questo motivo sono nati i motori di ricerca: siti di ricerca che categorizzano i contenuti del Web in maniera automatica. Il cuore dei motori di ricerca è un particolare software, chiamato «robot» o più colloquialmente «spider» che analizza in maniera automatica le principali caratteristiche delle pagine presenti sul web: titolo, contenuti, collegamenti ad altri siti, ecc.
Inizialmente, gli algoritmi sviluppati dai motori di ricerca si basavano sulle parole chiave indicate dagli utenti e sul numero di volte in cui un certo termine compariva all’interno di un sito. Questo meccanismo, però, ben presto si è rivelato poco efficace. Da una parte la presenza multipla di un termine non indica necessariamente l’utilità di un determinato sito. Inoltre, per cercare di essere più visibili, molti siti inserivano dei contenuti specifici pensati per ingannare i robot.

Aggiungendo a queste due limitazioni il numero crescente di pagine disponibili, molti motori di ricerca hanno incominciato ad avere difficoltà a fornire informazioni che siano significative per l’utente. Per esempio, se cerchiamo su un motore di ricerca il termine «psicologia dei nuovi media» otteniamo oltre dodicimila risposte, la maggior parte delle quali fanno riferimento ai corsi di questa disciplina attivati nelle diverse università italiane.

Sotto Dr. Jan Pederson e Dr. Daniel E. Rose parlano di Yahoo Search all'Università di Berkley: