martedì, dicembre 19, 2006

Web 2.0: L'utente del Web 2.0 è l'uomo dell'anno per la rivista TIME

Secondo la rivista TIME, l'uomo dell'anno è l'utente del Web 2.0, in grado di utilizzare servizi come YouTube, MySpace, del.icio.us, Second Life, blogging, podcasting ecc., per creare i propri contenuti testuali, audio e video


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ll Time, prestigioso settimanale Usa, come ogni anno ha scelto il personaggio dell'anno 2006 a cui dedicare la copertina del prossimo numero in edicola.

Se nel 2005 erano stati Bill Gates, sua moglie Melinda e il cantante rock Bono a ricevere il riconoscimento per l'iniziativa Good Samaritans quest'anno sulla copertina di Time non ci sarà nessun volto. Sulla copertina troviamo il monitor di un computer che riflette i volti dei lettori: il premio va infatti a tutti gli utenti Internet che grazie al Web 2.0 hanno potuto realizzare e condividere articoli, opinioni, video e blog.

La motivazione data da Lev Grossman sul TIME è la seguente:

“Per aver preso le redini dei media globali, per aver fondato e aver dato forma alla nuova democrazia digitale, per aver lavorato gratis e aver battuto i professionisti al loro stesso gioco, la Persona dell’Anno 2006 di Time siete voi”.

Grossman, continua affermando: "Si tratta dei molti che tolgono il potere ai pochi, dell'aiuto recipropco gratuito, di come ciò non solo cambierà il mondo, ma anche il modo in cui il mondo cambia".

"Lo strumento che rende ciò possibile è il World Wide Web", scrive ancora il giornalista. "E' uno strumento per mettere insieme i piccoli contributi di milioni di persone, per renderli importanti".

Ma che cos'è il Web 2.0?

Il concetto originale di Web 2.0 è stato sviluppato nel 2004 all'interno di una sessione di brainstorming tra Tim O'Reilly e i ricercatori di MediaLive International e viene utilizzato per indicare una nuova generazione di applicazioni/siti web (blog, video sharing, wiki, ecc.) che consentono anche all'utente non esperto di sperimentare nuove forme di comunicazione e di espressione.

Per saperne di più leggi questi due post o vedi le slide sotto:

- Web 2.0: la definizione

- Web 2.0: Sta davvero cambiando qualcosa?





lunedì, dicembre 04, 2006

Il mercato Italiano dei contenuti digitali: Dati Federcomin 2006

Il Rapporto "e-Content 2006. Secondo Rapporto sul Mercato dei Contenuti Digitali", realizzato da Federcomin con il Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie e in collaborazione con NetConsulting, presenta un quadro caratterizzato da luci - aumento dell'offerta ed espansione del mercato - e ombre - mancanza di regole e necessità di tutela dei minori.


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Federcomin ha presentato alla presenza del Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni e dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, il "Rapporto "e-Content 2006. Secondo Rapporto sul Mercato dei Contenuti Digitali", realizzato con il Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie e in collaborazione con NetConsulting. Ecco i principali dati:

I fattori di sviluppo del mercato e-Content

Il 2005 è stato un anno che ha segnato il decollo definitivo dell'e-Content, e creato solide basi per lo sviluppo di un'industria dei contenuti digitali che continua ad espandere i propri confini originari. Tra i fattori che costituiscono il presupposto indispensabile per uno sviluppo esponenziale del mondo dei contenuti digitali sono, fra l'altro, da citare:

· La convergenza tecnologica
· La distribuzione sulle varie piattaforme (internet, telefonia mobile di terza generazione, televisione digitale terrestre e satellitare)
· La pervasività crescente del settore dei media
· Il lancio definitivo della televisione digitale terrestre
· La diffusione dei lettori portatili in grado di riprodurre musica e video.



Più ampio il Rapporto 2006

La dinamicità che caratterizza questo mercato ha reso necessario, dal punto di vista metodologico, allargare il perimetro rispetto all'indagine del Rapporto 2005.

L'edizione di quest'anno comprende infatti le seguenti componenti: mobile entertainment (suonerie ad es.), musica digitale, servizi di gambling (scommesse e giochi a premio on-line), news, video (televisione digitale terrestre, tv satellitare sia in modalità free che pay, IPTV, mobile TV), beni culturali, turismo, education, adult entertainment.


Il valore del mercato nel 2005: 3.316 milioni di euro

Il valore iniziale dei contenuti prodotti in Italia, stimato per il 2005 intorno ai 524 milioni di euro, nel percorso dal produttore fino al consumatore finale si incrementa progressivamente per effetto dei successivi passaggi lungo la catena del valore fino a raggiungere il valore del mercato finale, stimato pari a 3.316 milioni di euro.

Il segmento dei contenuti a pagamento, grazie alla diffusione dei modelli pay (sia nella televisione digitale satellitare che in quella terrestre), assume un peso ancora più consistente, rappresentando l'88% del mercato complessivo con un valore pari a 2.912,6 milioni di euro (+26,9% rispetto al 2004). La crescita è stata sostenuta anche nelle altre componenti del mercato e-content: la pubblicità ha segnato l'incremento maggiore rispetto al 2004 (+32%) mentre i public content sono cresciuti in modo vivace (+27%).

All'interno del mercato dei contenuti a pagamento la quota più rilevante è costituita dal segmento video, per un valore di 1.659,7 euro (57%); seguono il mobile entertainment con una quota pari al 23% del mercato, per un valore complessivo di 670 milioni di euro, e il mercato dell'infotainment, che con un valore pari a 525,1 milioni di euro copre il 18% di questo mercato.

Particolarmente significativa è stata la crescita della musica digitale, che ha visto nel 2005 il suo decollo definitivo (con un incremento di quasi il 600% rispetto all'anno precedente).

Per quanto riguarda le tecnologie di accesso, nel 2005 il mercato vede ancora la netta prevalenza della TV digitale terrestre e satellitare (51,4%), su Internet (25%) e sulla telefonia mobile (23,6%).


Nel biennio 2006-2007 è prevista una crescita del 52% (boom della mobile-TV e della IP-TV)

La crescita del mercato prevista nel prossimo biennio, seppure con un leggero rallentamento rispetto al 2005, segue un trend pari a 24,2% nel 2006, per un valore complessivo di 4.119 milioni di euro, e del 22,2% nel 2007 (5.031 milioni di euro).Trascinata dalle nuove offerte legate alla trasmissione dei mondiali di calcio, anche la crescita della Mobile-TV sarà particolarmente sostenuta nel 2006 (+292%). Un altro segmento da cui si attende una crescita molto consistente è la IP-TV (+163% in termini di utenti abbonati).


Che cosa frena il mercato?

I fattori di freno allo sviluppo del mercato dei contenuti digitali esaminati dal Rapporto Federcomin sono molteplici: si va dalle infrastrutture - un fattore che riguarda trasversalmente tutti i segmenti di questo mercato - alle politiche di indirizzo del Governo, elemento di fondamentale importanza ad esempio per la piena realizzazione dei progetti di digitalizzazione di biblioteche e musei, che devono esprimersi con più vigore e maggiori risorse.

Ci sono poi i problemi legati al regime IVA, alla fatturazione e ai sistemi di pagamento: un freno soprattutto per i contenuti acquistati tramite Internet. Sono altresì da evidenziare a parte le importanti problematiche legate alla tutela dei diritti di proprietà intellettuale, che continuano a rappresentare un fattore di freno nella musica e nel video.

Al problema della diffusione abusiva dei contenuti tutelati da proprietà intellettuale si aggiunge quello legato alla necessità di uniformare il più possibile a livello internazionale i modelli di Digital Right Management, e rendere più chiaro e trasparente al consumatore quali siano le limitazioni che esso comporta nella fruizione dei contenuti acquistati.

L'Osservatorio della Società dell'Informazione 2006: La situazione Italiana

Secondo l'Osservatorio della Società dell'Informazione in alcuni settori come la banda larga, la telefonia UMTS e la TV digitale, l'Italia si colloca ai primi posti in Europa nella diffusione delle tecnologie digitali.


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L'"Osservatorio semestrale della Società dell'Informazione", realizzato da Federcomin in collaborazione con il Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie, segue da due anni i percorsi di innovazione tecnologica del nostro Paese, analizzando il grado di diffusione e di utilizzo delle tecnologie digitali (informatica, telecomunicazioni, media digitali) da parte di aziende, famiglie, Pubblica Amministrazione. Ecco i principali dati emersi:

Internet e la convergenza digitale

Gli ultimi mesi del 2005 hanno mostrato come il protocollo IP stia diventando una piattaforma unica sulla quale far transitare non solo servizi on-line di tipo classico (anche se non ancora del tutto sviluppati quali quelli legati all'e-Commerce, all'e-Government, all'e-Health, all'e-Learning), ma anche la telefonia (attraverso i servizi di Voice over IP), e la televisione (attraverso la IP-TV). L'internet si pone quindi come strumento di interazione ad ampio spettro.
Driver dei cambiamenti nell'utilizzo di internet è la forte crescita di collegamenti a banda larga: tra il 2004 e il 2005 il numero totale delle linee (business più consumer) è cresciuto del 44,4%, da 4,7 a 6,8 milioni e il 64% dei navigatori viaggia ad alta velocità (dodici mesi prima erano il 47%).

Solo negli ultimi mesi si notano i reali effetti della convergenza digitale come driver dell'innovazione tecnologica degli ultimi anni: la televisione sta vivendo il passaggio da analogico a digitale (a fine 2005 erano più di 3 milioni e mezzo i decoder venduti per la televisione digitale terrestre), e si è recentemente concretizzata la convergenza con la telefonia mobile (DVB-H); telefonia e internet si stanno sempre più integrando; alcuni servizi di e-Government saranno a breve disponibili sulla televisione digitale terrestre; e altri scenari sono pronti a irrompere. Tutti i contenuti su tutte le piattaforme, dunque, in modo da avvicinarci al paradigma della "digital sharing economy".

Aumentano i telefonini di terza generazione, o aumentano le reti wireless, e tecnologie quali l'identificazione a radiofrequenza (RFID) si pongono come uno dei segmenti più dinamici del mercato ICT.


I cittadini e l'innovazione tecnologica

Tre sono le piattaforme digitali presenti nelle famiglie italiane: internet e il personal computer, la telefonia mobile e la televisione digitale.

Piattaforma informatica: il 58% delle famiglie italiane è dotato di un computer. La diffusione di personal computer è rimasta stabile nell'ultimo anno, ma è aumentato il numero degli italiani che hanno navigato in rete ed è cambiato il modo di rapportarsi al web ed ai servizi offerti. Rispetto all'ultimo trimestre del 2004 gli utilizzatori del web sono aumentati del 7,6%: 18,3 milioni di italiani si sono connessi a internet almeno una volta negli ultimi tre mesi del 2005.

Telefonia mobile: la transizione alla rete UMTS ha registrato ottimi risultati, con un totale a fine 2005 di circa 10 milioni di utenti, destinati a superare i 25 milioni entro la fine del 2007.

Televisione digitale: continua la crescita del numero di famiglie: a fine 2005 sono circa 8,5 milioni, con un incremento del 40% circa rispetto al 2004. Tale crescita è dovuta quasi interamente all'aumento della diffusione della televisione digitale terrestre (circa 3,5 milioni di decoder a fine 2005).


Internet e le imprese

A dicembre 2005 il 57,3% delle aziende possiede un accesso a internet; di queste il 68,7% accede a internet in banda larga, il 70% ha un sito internet, e il 20% ha implementato una soluzione di rete intranet o extranet. Questi valori si avvicinano al 100% per le aziende con più di 250 addetti.

Dal 2004 all'inizio del 2006 l'utilizzo di internet da parte delle aziende italiane non solo è cresciuto quantitativamente (numero di aziende con accesso alla rete) ma si è anche sviluppato qualitativamente, spostandosi decisamente verso servizi più performanti rispetto al recente passato (banda larga). In termini quantitativi, dal 2004 all'inizio del 2006 la percentuale delle aziende utenti di internet a banda larga è infatti passata da 45,3% a 69,7% del totale aziende italiane.


La Pubblica amministrazione

Secondo uno studio dell'Unione Europea sui servizi della PA disponibili on line, risulta che il livello di sofisticazione sia passato da 37% nel 2001 al 67% nel 2004. L'Italia è situata all'ottavo posto in Europa, con 10 servizi su 20 totalmente disponibili on line; dal 2001 al 2004 l'Italia è salita dal dodicesimo all'ottavo posto tra i paesi UE a 18, con un incremento di 38 punti percentuali, e un aumento di sette servizi totalmente disponibili on line (nel 2001 erano solo 3 i servizi).
Il numero delle aziende che utilizzano la rete per rapportarsi con la PA mostra un leggero incremento rispetto a sei mesi prima (circa un punto percentuale per le Pmi e 1,5 per le grandi imprese).

E' aumentato anche il numero dei visitatori dei siti degli enti pubblici: da 10,4 milioni nell'ultimo trimestre del 2004 a 13,2 milioni nel corrispondente periodo del 2005 (+27%): oltre il 62% della popolazione internet attiva ha visitato un sito della PA negli ultimi 3 mesi del 2005.

Rapporto Federcomin 2006: Occupazione e professioni nell'ICT

Il Rapporto Federcomin 2006 "Occupazione e professioni nell'ICT" analizza il panorama attuale in Italia delle aziende e lo stato dell'occupazione ICT - un settore di 112.600 imprese e 674.000 occupati - sia presso le aziende fornitrici che presso le aziende "utenti". Particolare attenzione per le professionalità emergenti da qui al 2010


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Il Rapporto "Occupazione e professioni nell'ICT" - realizzato da Federcomin con la partecipazione delle Associate AITech-Assinform e Asstel e il Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie (con la collaborazione scientifica di NetConsulting nonché della Facoltà di Scienze Statistiche dell'Università degli Studi di Milano Bicocca) - analizza il panorama attuale in Italia delle aziende e lo stato dell'occupazione ICT - un settore di 112.600 imprese e 674.000 occupati - sia presso le aziende fornitrici che presso le aziende "utenti".

Sotto sono riportati i principali risultati:

Il settore ICT si conferma ancora quello più vivace in termini di "nascite imprenditoriali" con un tasso di iscrizione di nuove imprese pari a +25,3% a fronte di un tasso del settore Industria e Servizi del 20,9%. A proliferare sono, in particolare, le ditte individuali - +61,1% - contro il +32,9% registrato nel settore delle imprese del settore Industria e Servizi.

Nel 2005 le imprese con addetti del settore ICT ammontano a 112.600 - in crescita dal 2001 al 2004, pressoché stabili rispetto all'anno precedente - ed occupano 674.000 dipendenti.

Per quanto riguarda l'occupazione nel periodo 2001-2005 il settore ICT ha registrato una tendenza ad una maggiore flessibilità del mercato del lavoro: la differenza tra addetti nominali e addetti Full Time Equivalent (ovvero il numero equivalente di risorse teoriche a tempo pieno) è passata infatti da 28.100 unità a 54.800 (+95%), con un tasso di incremento medio annuo pari a circa il 18%.

Nel 2006 più assunzioni per le micro imprese

Le imprese dei comparti Informatica e Telecomunicazioni stimano, per il 2006, 17.920 assunzioni e circa 16.150 uscite, con un saldo positivo di 1.770 dipendenti.
Il più alto tasso d'entrata per le assunzioni previste si registra per le micro imprese sotto i 10 addetti (+7,6%), che evidenziano altresì il saldo più consistente (+3,4%). Le imprese che esportano o che effettuano innovazioni organizzative o di prodotto/servizio dichiarano i livelli di assunzione più elevati (37-39% rispetto alla media del 23,9%).

La modalità di assunzione prevalente dichiarata dalle aziende riguardo alla tipologia di contratto è quella a tempo indeterminato (53,2%). Permane una situazione di difficoltà di reperimento per gli skill più richiesti: circa 4.510 assunzioni previste (pari a circa il 25% del totale) riguarda figure difficili da reperire.

Il Power User è giovane e donna

Nel 2005 il numero di Power User (gli utilizzatori evoluti delle molteplici soluzioni applicative esistenti) risulta pari a circa 4,2 milioni, ovvero il 27% del totale occupati dipendenti. I Generic User (gli utilizzatori ICT di più basso profilo) risultano invece essere pari a circa 7,1 milioni (il 46% del totale). I restanti 4,2 milioni (27%) sono costituiti dai cosiddetti No User, cioè da lavoratori che non fanno alcun uso di soluzioni ICT.

Le donne rivelano competenze tecnologiche superiori a quelle degli uomini, all'interno del loro genere. I Power User di genere femminile sono, infatti, il 30,3% del totale contro il 25% di genere maschile; inoltre i No User di genere femminile sono il 26,2% contro il 27,6% di genere maschile. Appare interessante notare che tra gli uomini è presente una percentuale di No User superiore a quella dei Power, mentre per le donne accade l'opposto. Le donne che intraprendono un'attività lavorativa tendono, quindi, a dare maggiore rilievo alla propria formazione tecnologica.

Le professioni emergenti: +21.000 nuovi professionisti ICT con skill innovativo

Nei prossimi cinque anni l'evoluzione tecnologica e dei modelli di business modificherà profondamente le professionalità richieste dal settore ICT, che dovranno essere sempre più orientate alla multidisciplinarietà, alla tecnologia ma anche alle competenze di processo e di settore. Queste complesse trasformazioni comportano, già da oggi, un approccio "qualitativo" piuttosto che "quantitativo" verso il mercato del lavoro e le risorse umane, con il ricorso da parte delle imprese a nuovi skill nonché ad interventi mirati di formazione continua.

Una stima proiettata al 2010 prevede che i nuovi professionisti dell'ICT, con skill innovativo particolarmente orientati alla multidisciplinarietà, saranno all'incirca 17.500, a cui si aggiungeranno circa 3.800 professionisti delle linee di business. La domanda "nuova" è infatti una domanda di competenze, di creatività e di skills. Il tasso di crescita medio annuo per gli occupati ICT sarà pari allo 0,5 (+11.000 nuovi addetti).

Quali saranno, dunque, le figure emergenti? Qualche esempio:
· nell'Information Technology: l'IT Architect (o Solution Architect), ovvero uno sviluppatore che abbia conoscenze sui micro-processi aziendali e che sia in grado di sviluppare in ambienti multipiattaforma e multivendor;
· nelle Telecomunicazioni: i Product Manager, ovvero figure inserite nell'area Marketing e responsabili di linee di offerta;
· nelle aziende dei Media: TV satellitare TV digitale e Mobile TV avranno un impatto sulle figure impiegate nei servizi all'utenza, area che acquisirà una strategicità crescente.

Lo scenario fino al 2010: +11.000 addetti nel settore ICT
Il tasso di crescita medio annuo per gli occupati ICT è previsto per il periodo 2006-2010 pari a +0,5%, che si tradurrà nel 2010 in un saldo di circa +11.000 nuovi addetti. Il comparto più dinamico, come crescita media nel quinquennio, risulterebbe essere quello dei Media, con una variazione di +0,7%; il segmento più contenuto, invece, ma comunque in crescita, (con una variazione media annua pari allo 0,2%) è quello dei Servizi e apparati di Telecomunicazioni.

Rapporto EITO 2006/2007: Il mercato ICT in Europa

Secondo i dati del Rapporto Eito 2006 tra i grandi Paesi europei brillano le performance dell’Ict spagnolo (+5,2%), inglese (+3,3%) e francese (+2,7%). Più contenuta la crescita del mercato Ict in Italia (+2% nel 2006 e +2,1% nel 2007) e in Germania (+1,6%).


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Dunque si denota una forte ripresa della domanda di informatica (It) nell’Unione Europea nel 2006 (+3,8%) e previsioni di un ulteriore rafforzamento (+4,2%) nel 2007. Complessivamente software e It services rappresentano in Europa il 70% del mercato totale It e il 31% del mercato totale ICT. E' quanto emerso dal Rapprto EITO 2006, presentato a Milano da Bruno Lamborghini, presidente di EITO European Information Technology Observatory.

I dati principali del rapporto sono disponibili QUI.

Nel Rapporto risulta che tra i maggiori Paesi europei, a fronte di una crescita particolarmente sostenuta in Spagna della domanda di software (+7%) e di It services (+9%) e di crescite attorno al 6% sia di software sia di servizi in Francia, Germania e Regno Unito, si riscontra un gap di crescita per l’Italia in particolare nei servizi IT (+1,5% nel 2006 e +2,5% atteso nel 2007) e nel software (+3% nel 2006 e +4,5% atteso nel 2007) . Tale minore crescita, con effetti negativi su produttività e sviluppo dell’economia, appare in parte correlata agli investimenti e al Pil in Italia rispetto agli altri Paesi europei.

Il mercato It dell’Unione Europea nel 2006-2007 vede il forte sviluppo dei nuovi membri UE (mercati Est Europa) con robusti tassi di crescita in alcuni casi a due cifre (ad esempio Polonia, Slovacchia e Lituania con il 12%); nel complesso tali Paesi presentano una dinamica di oltre il 10% nel 2006 e del 9,1% nel 2007. Con una crescita attorno al 6% si posizionano Spagna, Grecia, Belgio e Austria; Francia e Regno Unito sono attorno al 4%, la Germania al 3% e infine l’Italia con una modesta crescita dell’1,7% (seppure maggiore dell’1% del 2005) nel 2006 con previsione di aumento al +2,5% nel 2007.

Il mercato europeo delle telecomunicazioni (apparati e servizi) presenta dinamiche in contenimento (+2,5% nel 2006 e +1,7% nel 2007) in conseguenza della forte concorrenza prezzi e VoiP, della relativa saturazione del mercato di telefonia mobile nei maggiori mercati e del peso ancora limitato dei nuovi servizi dati e IP, mentre prosegue la forte espansione delle reti a banda larga sia nel fisso sia nel mobile.

Il mercato europeo della voce su rete fissa è stimato scendere del 4,3% in entrambi gli anni, mentre i servizi dati su reti fisse presentano aumenti del 10,6% nel 2006 e del 7,8% nel 2007 e la crescita dei servizi di telefonia mobile è valutata calare di un punto nel biennio (dal +3,8% al +2,8%). Da notare che il mercato delle telecomunicazioni nei nuovi membri dell’Unione Europea presenta crescite del 7,8% nel 2006 e del 6,1% nel 2007, mentre nei Paesi tradizionali la crescita si attesta su valori pari al 5,1% in Spagna nel 2006 (+ 3,9% nel 2007), al 2% in Francia e in Italia mentre si registra una stagnazione nel mercato delle telecomunicazioni in Germania.

“Mentre i servizi in voce rappresentano ancora una “cash cow” – ha commentato il Lamborghini - il futuro delle telecomunicazioni è guidato dai nuovi servizi a banda larga, dal fattore mobilità always on, dalla IPTV, dai nuovi contenuti on line, dalle nuove opportunità che provengono dalle applicazioni innovative, collegate al cosiddetto Web 2.0 dei social networks e del P2P”.

Eito 2006 ha anche analizzato i numeri del file sharing prevedendo che oltre 20 milioni di computer operanti con modalità P2p oggi in Europa, saliranno a oltre 40 milioni entro il 2010: Eito inoltre immagina uno scenario di evoluzione delle reti peer to peer in forma di co-produzione di contenuti e di Superdistribution.

Lamborghini ha anche posto l'accento sulla convergenza: "il processo di convergenza digitale, da lungo tempo preconizzato, è passato dallo stato di utopia tecnologica a realtà molto concreta, come è dimostrato dalla accelerazione in Europa di fusioni e acquisizioni e alle trasformazioni dei modelli di business dei diversi operatori, dalle telecomunicazioni ai broadcasters, dall'elettronica di consumo all'informatica, dai media (musica, film, news) all'industria dell'entertainment".

Il mercato dell’elettronica di consumo in Europa registra complessivamente una crescita a valore del 9,2% nel 2006 e una previsione di crescita del +2,4% nel 2007. In particolare, l’area dei prodotti digitali risulta crescere del 17,6% nel 2006 e del 6,1% nel 2007, mentre i prodotti analogici diminuiscono del 15%.

Con riferimento al mercato italiano, l’andamento complessivo risulta statico (-0,6% nel 2006 e -1,2% nel 2007) ma si registra una forte crescita nel 2006 degli schermi piatti (+26%), dei digital personal audio MP3 (+23%) e delle consolle (+40%).

In conclusione, dalla presentazione del Rapporto e dal successivo dibattito, si conferma la relativa criticità della domanda italiana di It e in particolare di software e servizi It, a differenza della maggior parte dei Paesi europei. I motivi vanno ricercati da un lato nell’offerta e dall’altro negli investimenti riorganizzativi in particolare da parte delle PMI e della PA.

Sotto è disponibile la presentazione del rapporto di Bruno Lamborghini: