mercoledì, gennaio 23, 2013

Nativi Digitali: Trasparenza e Intuizione nei Nuovi Media

Perché per usare efficacemente i nuovi media occorre l'intuizione, mentre per imparare ad usarli ci vuole il ragionamento


Come discusso in dettaglio nel volume di Psicologia dei Nuovi Media, Una delle teorie psicologiche più importanti ma paradossalmente meno note al grande pubblico è quella che ha permesso a Daniel Kahneman di vincere il premio Nobel nel 2002: Il nostro sistema cognitivo non è unico ma è organizzato in due sistemi separati e funzionalmente distinti:

  1. Sistema 1 (Intuizione): genera impressioni relative alle caratteristiche degli oggetti percepiti e pensati. Queste impressioni, rapide e poco costose dal punto di vista computazionale, non sono volontarie e spesso non sono immediatamente consapevoli. 
  2. Sistema 2 (Ragionamento): genera giudizi, che sono lenti, seriali, costosi dal punto di vista computazionale e sempre espliciti e intenzionali. 
Di solito quando pensiamo a qualcosa di intuitivo pensiamo a qualcosa che viene colto naturalmente e spesso in maniera piuttosto vaga. In più, tendiamo a considerare l’intuizione come qualcosa che non viene appreso ma è dato. In realtà, secondo le scienze cognitive non è assolutamente così: i processi inclusi nel Sistema 1 non solo ci consentono di gestire in maniera molto precisa compiti complessi come, per esempio, guidare un auto, ma sono per la maggior parte frutto di apprendimento.

Cerchiamo di spiegare questa affermazione, apparentemente paradossale, usando un esempio.

Supponiamo di voler mandare un SMS usando il nuovo cellulare che mi hanno appena regalato. Se l’interfaccia del nuovo cellulare corrisponde a quella del precedente – ha un tasto con la busta che consente l’accesso diretto al menu d’invio degli Sms e supporta il formato T9 (il sistema di completamento automatico delle parole) – posso pensare che cosa scrivere senza riflettere su come scriverlo (intuizione): per esempio, mentre penso al messaggio, intuitivamente premerò il tasto con la busta e dopo averlo premuto inizierò a comporre il testo.

La conoscenza che mi permette di farlo, pur essendo intuitiva, è frutto di un lungo apprendimento. È, infatti, solo grazie alla mia precedente esperienza di invio di Sms che sono in grado di guidare in maniera intuitiva – velocemente e inconsapevolmente – le dita sulla tastiera del cellulare. Non devo pensare a che cosa devo fare per comporre la frase «Sto uscendo adesso. Arrivo tra cinque minuti». Lo scrivo e basta. Senza questa competenza appresa la mia esperienza sarebbe molto diversa: per esempio, se non avessi appreso ad usare il T9 sarei costretto a cercare consapevolmente una lettera alla volta sulla tastiera del cellulare.

Infatti, quando il soggetto si trova per la prima volta ad affrontare un’azione, come mandare un Sms, il soggetto usa il ragionamento per pianificare i propri comportamenti (Kolb, 1984):
  • si parte dalla percezione dell’esperienza (esperienza concreta); 
  • si riflette su di essa e sul ruolo avuto al suo interno (osservazione riflessiva); 
  • si interpretano i dati producendo delle indicazioni che ci permettano di guidare l’esperienza verso un risultato atteso (concettualizzazione astratta); 
  • infine, si verificano tali regole attraverso una nuova esperienza (sperimentazione attiva).
 
Questo modello ci permette di concludere che l'esperienza di un nuovo medium non è sempre uguale ma è legata alla capacità di usarli o meno in maniera intutitiva:
  • se dobbiamo usare la razionalità li percepiamo come strumenti opachi che limitano l’azione 
  • se possiamo usare l'intuizione, li percepiamo invece come opportunità che siamo in grado di attuare in maniera totalmente trasparente. 
In quest'ottica un nativo digitale è una persona che è in grado di usare i nuovi media intuitivamente, visto che ha appreso ad utilizzarli fino dall'infanzia.

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